21 Agosto 2025
NAT RUSSO COMMUNICATION
Tutti i mondi. Tutti i giorni.
Accadeva quel giorno
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Valorizzazione turistica dell’area del Passo di Cadibona
Un tuffo nella storia del grande Nemus Saonense
Nel cuore dell’entroterra savonese si estendeva un tempo il grande Nemus Saonense, un bosco millenario che copriva le alte valli dei torrenti Letimbro e Lavanestro, fino a sconfinare nelle valli del Quiliano, della Bormida e della Sciusa. La valle del Letimbro, principale arteria di questa rete di torrenti, prende il nome dal fiume omonimo, la cui etimologia poetica risale al Seicento e forse a Gabriello Chiabrera: laetus imber, la lieta pioggia.
Questo grande bosco, oggi parzialmente tutelato con circa 220 ettari di Foresta Demaniale di Cadibona, un tempo superava i duemila ettari di carpini, faggi e roveri. Tra i suoi alberi si intrecciavano strade, sentieri, pascoli, coltivazioni, mulini e forse miniere d’argento; vi sorgevano cappelle medievali e insediamenti umani, ancora da indagare. Già nel 1080, con i primi atti documentari, le autorità locali iniziarono a registrare e gestire il territorio, a testimonianza di un legame secolare tra uomo e bosco.
Il Nemus Saonense non era solo un patrimonio naturale: rappresentava una risorsa economica strategica per Savona. La sua legna alimentava le industrie navali, le fucine dei fabbri e le attività artigianali del territorio. Nei secoli, i nuclei abitativi si svilupparono nelle valli, dai borghi centrali alle cascine isolate in alta quota, accompagnando l’allevamento di bovini e ovini e le coltivazioni di cereali e ortaggi. La valle fu anche teatro di eventi storici, come la battaglia napoleonica di Montenotte, che sottolineano il suo ruolo strategico nel passaggio tra Appennini e Alpi.
Un tuffo nella storia del grande Nemus Saonense
Nel cuore dell’entroterra savonese si estendeva un tempo il grande Nemus Saonense, un bosco millenario che copriva le alte valli dei torrenti Letimbro e Lavanestro, fino a sconfinare nelle valli del Quiliano, della Bormida e della Sciusa. La valle del Letimbro, principale arteria di questa rete di torrenti, prende il nome dal fiume omonimo, la cui etimologia poetica risale al Seicento e forse a Gabriello Chiabrera: laetus imber, la lieta pioggia.
Questo grande bosco, oggi parzialmente tutelato con circa 220 ettari di Foresta Demaniale di Cadibona, un tempo superava i duemila ettari di carpini, faggi e roveri. Tra i suoi alberi si intrecciavano strade, sentieri, pascoli, coltivazioni, mulini e forse miniere d’argento; vi sorgevano cappelle medievali e insediamenti umani, ancora da indagare. Già nel 1080, con i primi atti documentari, le autorità locali iniziarono a registrare e gestire il territorio, a testimonianza di un legame secolare tra uomo e bosco.
Il Nemus Saonense non era solo un patrimonio naturale: rappresentava una risorsa economica strategica per Savona. La sua legna alimentava le industrie navali, le fucine dei fabbri e le attività artigianali del territorio. Nei secoli, i nuclei abitativi si svilupparono nelle valli, dai borghi centrali alle cascine isolate in alta quota, accompagnando l’allevamento di bovini e ovini e le coltivazioni di cereali e ortaggi. La valle fu anche teatro di eventi storici, come la battaglia napoleonica di Montenotte, che sottolineano il suo ruolo strategico nel passaggio tra Appennini e Alpi.
Fare città
Fare città
Storia dell'architettura: Espressionismo

https://youtu.be/7XYRBrPHsUg?si=G26a7xE9xxwDJ6eR
L'Architettura Espressionista: Una Rivoluzione nell'Estetica Urbana
Immagina di entrare in un edificio e avere la sensazione che ti stia parlando. Non con parole, ma con curve, tagli di luce, superfici che vibrano come un’orchestra. Questa è l’Architettura Espressionista: un linguaggio nato per dare forma a emozioni forti, un’arte che nel XX secolo ha osato più di chiunque altro trasformare la città in un’esperienza sensoriale.

L'Architettura Espressionista: Una Rivoluzione nell'Estetica Urbana
Immagina di entrare in un edificio e avere la sensazione che ti stia parlando. Non con parole, ma con curve, tagli di luce, superfici che vibrano come un’orchestra. Questa è l’Architettura Espressionista: un linguaggio nato per dare forma a emozioni forti, un’arte che nel XX secolo ha osato più di chiunque altro trasformare la città in un’esperienza sensoriale.
Le radici: un tempo inquieto, un’energia nuova
All’inizio del Novecento l’Europa è un laboratorio in ebollizione. La Prima guerra mondiale sconvolge certezze e mappe; nelle arti, la pittura espressionista rompe l’armonia accademica per dire il mondo così com’è: teso, frammentato, potentissimo. In Germania, questo clima genera un’architettura che rifiuta la compostezza classica e la ripetizione storicista: cerca invece visioni, comunità nuove, edifici capaci di confortare e scuotere insieme.
Nascono così idee ardite: città di cristallo, cattedrali laiche, teatri cavernosi, torri fluide come corpi in movimento. Sulle scrivanie di architetti e artisti circolano manifesti e lettere—celebre la “Gläserne Kette” (Catena di Cristallo), corrispondenza utopica promossa da Bruno Taut dopo il 1919—dove si immaginano architetture di vetro e luce come strumenti di rigenerazione morale.
All’inizio del Novecento l’Europa è un laboratorio in ebollizione. La Prima guerra mondiale sconvolge certezze e mappe; nelle arti, la pittura espressionista rompe l’armonia accademica per dire il mondo così com’è: teso, frammentato, potentissimo. In Germania, questo clima genera un’architettura che rifiuta la compostezza classica e la ripetizione storicista: cerca invece visioni, comunità nuove, edifici capaci di confortare e scuotere insieme.
Nascono così idee ardite: città di cristallo, cattedrali laiche, teatri cavernosi, torri fluide come corpi in movimento. Sulle scrivanie di architetti e artisti circolano manifesti e lettere—celebre la “Gläserne Kette” (Catena di Cristallo), corrispondenza utopica promossa da Bruno Taut dopo il 1919—dove si immaginano architetture di vetro e luce come strumenti di rigenerazione morale.
Spectacularia
Babele sempre
Pablo Neruda (1904–1973)
Il poeta che trasformava il mondo in versi
Nacque il 12 luglio 1904 a Parral, nel cuore del Cile, con il nome di Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto, ma presto scelse il più evocativo pseudonimo di Pablo Neruda, un nome destinato a diventare leggenda nella poesia mondiale. Fin da ragazzo, Neruda mostrò un’insaziabile curiosità per le parole e la loro magia: i primi versi li compose in adolescenza, iniziando a tessere immagini che univano amore, natura e inquietudini profonde.
Durante gli anni di studi a Santiago, dove approfondì pedagogia e letteratura francese, il giovane poeta scoprì la potenza della parola come strumento per esplorare il mondo interiore e quello sociale. Ma la scrittura, più di ogni altra cosa, lo chiamava. Con i suoi versi, Neruda sapeva dare voce alle passioni più intime, alla bellezza dei paesaggi cileni e alla complessità della condizione umana.
Filosofia da due soldi
Filosofia da due soldi
Storia della filosofia: Negarestani 1977
Il pensatore che fonde filosofia e narrativa
Nato nel 1977 in Iran, Reza Negarestani è oggi riconosciuto come una delle figure più originali e influenti della filosofia contemporanea radicale. La sua traiettoria intellettuale è tutt’altro che convenzionale: unisce speculazione filosofica, narrativa sperimentale e riflessione critica, dando vita a un approccio unico che ha ridefinito il confine tra filosofia, teoria culturale e letteratura.
Fin dai suoi primi lavori, Negarestani ha mostrato una spiccata attitudine a pensare il pensiero stesso come materiale da esplorare, modellare e narrare. La sua filosofia non è mai separata dall’immaginazione; al contrario, ogni concetto filosofico è trattato come se fosse un protagonista di un racconto, un’entità capace di interagire con mondi reali e ipotetici. In questo senso, Negarestani è al centro del filone noto come critical/speculative theory, e in particolare della corrente della “theory-fiction”, in cui teoria filosofica e scrittura narrativa si intrecciano in maniera indissolubile.
Nato nel 1977 in Iran, Reza Negarestani è oggi riconosciuto come una delle figure più originali e influenti della filosofia contemporanea radicale. La sua traiettoria intellettuale è tutt’altro che convenzionale: unisce speculazione filosofica, narrativa sperimentale e riflessione critica, dando vita a un approccio unico che ha ridefinito il confine tra filosofia, teoria culturale e letteratura.
Fin dai suoi primi lavori, Negarestani ha mostrato una spiccata attitudine a pensare il pensiero stesso come materiale da esplorare, modellare e narrare. La sua filosofia non è mai separata dall’immaginazione; al contrario, ogni concetto filosofico è trattato come se fosse un protagonista di un racconto, un’entità capace di interagire con mondi reali e ipotetici. In questo senso, Negarestani è al centro del filone noto come critical/speculative theory, e in particolare della corrente della “theory-fiction”, in cui teoria filosofica e scrittura narrativa si intrecciano in maniera indissolubile.
Impara l'arte e mettila da parte


Otto Dix (1891-1969)La pittura come specchio del dolore e della verità
Nacque a Gera, il 2 dicembre 1891, Otto Dix, in una famiglia di umili origini proletarie. Figlio di un operaio in fonderia, imparò presto il senso della fatica, della concretezza del lavoro e del mondo materiale: elementi che, in maniera sottile e profonda, si rifletteranno più tardi nelle sue opere, come se ogni pennellata custodisse il peso della realtà vissuta.
Giovane, si immerse nello studio delle arti decorative a Dresda, proseguendo poi all’Accademia di Belle Arti, ma il suo vero maestro fu la vita stessa: le strade, le mostre, i musei, e in particolare l’incontro con la pittura di Vincent van Gogh nel 1912, che lasciò un segno indelebile nella sua sensibilità. Van Gogh gli mostrò che la pittura poteva essere un mezzo per rivelare non solo ciò che si vede, ma ciò che si sente, si teme e si sogna.
Nacque a Gera, il 2 dicembre 1891, Otto Dix, in una famiglia di umili origini proletarie. Figlio di un operaio in fonderia, imparò presto il senso della fatica, della concretezza del lavoro e del mondo materiale: elementi che, in maniera sottile e profonda, si rifletteranno più tardi nelle sue opere, come se ogni pennellata custodisse il peso della realtà vissuta.
Giovane, si immerse nello studio delle arti decorative a Dresda, proseguendo poi all’Accademia di Belle Arti, ma il suo vero maestro fu la vita stessa: le strade, le mostre, i musei, e in particolare l’incontro con la pittura di Vincent van Gogh nel 1912, che lasciò un segno indelebile nella sua sensibilità. Van Gogh gli mostrò che la pittura poteva essere un mezzo per rivelare non solo ciò che si vede, ma ciò che si sente, si teme e si sogna.
Vorrei guadagnare

Robert Solowil visionario della crescita economica
Nato nel 1924 negli Stati Uniti, Robert Solow ha trasformato il modo in cui comprendiamo l’economia moderna. La sua carriera non è stata solo una sequenza di studi e pubblicazioni, ma un viaggio intellettuale volto a spiegare come le società crescono, si sviluppano e affrontano le sfide del progresso.
Il modello di crescita esogeno: la lente sul futuro
Il cuore del contributo di Solow è il modello di crescita esogeno, noto anche come modello di Solow-Swan. Con esso, Solow dimostrò che la crescita economica a lungo termine non dipende esclusivamente dall’accumulazione di capitale o lavoro, ma da fattori esterni alla produzione, in particolare dal progresso tecnologico.
Immaginiamo un paese come una nave: capitale e lavoro sono la struttura e le vele, ma il vento invisibile della tecnologia determina la velocità del viaggio. Senza innovazione, la crescita si limita; con essa, la produttività può moltiplicarsi, permettendo all’economia di superare i suoi limiti materiali. Questa intuizione rivoluzionaria ha offerto agli economisti uno strumento per interpretare il divario tra nazioni industrializzate ed economie emergenti.
Tecnologia amica mia
Werner Heisenberg nacque il 5 dicembre 1901 a Würzburg, nell’allora Impero tedesco. Fin da giovane mostrò una mente brillante, capace di osservare il mondo con un rigore matematico e un’intuizione quasi poetica. Il suo nome è legato a una rivoluzione della fisica: la nascita della meccanica quantistica, un nuovo modo di pensare la realtà, invisibile ma potente, che regola il comportamento delle particelle subatomiche.
Il principio di indeterminazione: l’impossibile precisione
Nel 1927 Heisenberg formulò il celebre principio di indeterminazione, uno dei capisaldi della fisica moderna. Questo principio afferma che non è possibile conoscere contemporaneamente con precisione assoluta la posizione (Δx) e la quantità di moto (Δp) di una particella.
Come sopravvivere con l'informatica
Reti di computer e Internet
Reti di computer e Internet
Introduzione
Prova a pensare alla vita quotidiana senza reti informatiche: niente messaggi WhatsApp, niente musica in streaming, niente ricerche su Google né mappe che ci guidano per strada. È difficile persino immaginarlo, vero? Questo perché le reti sono diventate l’infrastruttura invisibile della civiltà digitale.Eppure, non sono qualcosa di “magico”: dietro a quel semplice gesto di cliccare un link o avviare una chiamata, c’è un complesso universo di regole, tecnologie e meccanismi matematici.Studiare le reti significa scoprire questo mondo sotterraneo, capirne i principi e – soprattutto – acquisire la capacità di guardare la tecnologia con occhi nuovi, consapevoli. È un po’ come smettere di essere semplici passeggeri di un treno per diventare macchinisti: non solo si viaggia, ma si conosce il perché e il come il viaggio è possibile.
Studiare le reti significa scoprire questo mondo sotterraneo, capirne i principi e – soprattutto – acquisire la capacità di guardare la tecnologia con occhi nuovi, consapevoli. È un po’ come smettere di essere semplici passeggeri di un treno per diventare macchinisti: non solo si viaggia, ma si conosce il perché e il come il viaggio è possibile.
1. Cos’è una rete di computer
Una rete è, in sostanza, un insieme di dispositivi interconnessi. Non parliamo solo di computer: smartphone, stampanti, server, telecamere di sorveglianza, smart TV, sensori IoT… persino elettrodomestici come frigoriferi e lavatrici ormai fanno parte della rete.
Immaginala come una città:
- i dispositivi sono gli abitanti,
- i cavi e i segnali radio sono le strade,
- i protocolli sono il codice della strada,
- e i router e switch sono i semafori e gli incroci intelligenti che regolano il traffico.
Le reti possono essere cablate, con fili di rame o fibra ottica, oppure wireless, dove i dati viaggiano nell’aria sotto forma di onde radio. La fibra ottica, in particolare, è un piccolo miracolo della fisica: i dati viaggiano come impulsi di luce che rimbalzano all’interno di un sottilissimo filo di vetro, raggiungendo velocità vicine a quella della luce.
👉 Esempio pratico: quando invii una foto via Wi-Fi a un amico seduto accanto a te, quella foto non “salta” direttamente da un telefono all’altro. Prima viene suddivisa in pacchetti, ciascuno con una sua etichetta di destinazione, poi attraversa il router di casa (che sa come instradarli) e infine arriva al dispositivo corretto, dove i pacchetti vengono ricomposti come pezzi di un puzzle.
Una rete è, in sostanza, un insieme di dispositivi interconnessi. Non parliamo solo di computer: smartphone, stampanti, server, telecamere di sorveglianza, smart TV, sensori IoT… persino elettrodomestici come frigoriferi e lavatrici ormai fanno parte della rete.
Immaginala come una città:
- i dispositivi sono gli abitanti,
- i cavi e i segnali radio sono le strade,
- i protocolli sono il codice della strada,
- e i router e switch sono i semafori e gli incroci intelligenti che regolano il traffico.
Le reti possono essere cablate, con fili di rame o fibra ottica, oppure wireless, dove i dati viaggiano nell’aria sotto forma di onde radio. La fibra ottica, in particolare, è un piccolo miracolo della fisica: i dati viaggiano come impulsi di luce che rimbalzano all’interno di un sottilissimo filo di vetro, raggiungendo velocità vicine a quella della luce.
👉 Esempio pratico: quando invii una foto via Wi-Fi a un amico seduto accanto a te, quella foto non “salta” direttamente da un telefono all’altro. Prima viene suddivisa in pacchetti, ciascuno con una sua etichetta di destinazione, poi attraversa il router di casa (che sa come instradarli) e infine arriva al dispositivo corretto, dove i pacchetti vengono ricomposti come pezzi di un puzzle.
La scienza delle piccole grandi cose
La scienza delle piccole grandi cose
🔢 Equazioni
Obiettivi:
- Imparare a risolvere equazioni e disequazioni elementari.
- Comprendere il significato delle soluzioni numeriche e geometriche.
- Applicare le conoscenze a contesti reali come economia, fisica e decisioni quotidiane.
Obiettivi:
- Imparare a risolvere equazioni e disequazioni elementari.
- Comprendere il significato delle soluzioni numeriche e geometriche.
- Applicare le conoscenze a contesti reali come economia, fisica e decisioni quotidiane.
📘 Cosa sono le equazioni?
Un’equazione è un’affermazione di uguaglianza tra due espressioni algebriche. In altre parole, esiste un valore per la variabile che rende entrambe le parti uguali.
Esempio concreto: Vuoi comprare biglietti da 7€ e hai 17€. Quanti biglietti puoi comprare?
Un’equazione è un’affermazione di uguaglianza tra due espressioni algebriche. In altre parole, esiste un valore per la variabile che rende entrambe le parti uguali.
Esempio concreto: Vuoi comprare biglietti da 7€ e hai 17€. Quanti biglietti puoi comprare?
Il quesito post umano
Il quesito post umano
Introduzione alla Meccanica Quantistica
La Meccanica Quantistica (MQ) è una delle teorie più fondamentali e rivoluzionarie della fisica moderna. Essa descrive il comportamento delle particelle a livello atomico e subatomico, un mondo così piccolo da sfidare la nostra intuizione quotidiana. A differenza della fisica classica, la MQ ci costringe a ragionare in termini di probabilità e possibilità, piuttosto che di determinismo assoluto.
Storia e sviluppo della teoria quantistica
La nascita della Meccanica Quantistica è strettamente legata all’incapacità della fisica classica di spiegare alcuni fenomeni osservati sperimentalmente, come:
- Radiazione del corpo nero: i corpi caldi emettono luce in modo specifico a seconda della loro temperatura. La fisica classica prevedeva valori errati (catastrofe ultravioletta).
- Spettri atomici: gli atomi emettono luce solo a certe frequenze, formando linee discrete nello spettro.
- Effetto fotoelettrico: l’emissione di elettroni da una superficie illuminata dalla luce non seguiva le regole classiche.
- Stabilità degli atomi: secondo la fisica classica, gli elettroni dovrebbero cadere sul nucleo, ma ciò non avviene.
Momenti chiave nella storia della MQ
- 1900 – Max Planck: introdusse la quantizzazione dell’energia, spiegando la radiazione del corpo nero.
- 1905 – Albert Einstein: spiegò l’effetto fotoelettrico ipotizzando che la luce fosse composta da quanti di energia (fotoni).
- 1913 – Niels Bohr: sviluppò il modello atomico quantizzato con livelli energetici discreti.
- 1923–1927 – De Broglie, Schrödinger, Heisenberg:
- De Broglie: materia con proprietà ondulatorie.
- Schrödinger: equazione d’onda.
- Heisenberg: principio di indeterminazione.
- 1928 – Paul Dirac: introdusse operatori lineari e aprì la strada alla Quantum Field Theory.
De gustibus
🐑 Razze ovine (e qualche caprina)guida spigliata per chi ama la buona tavola
Introduzione: quando il consumatore incontra il gregge
Non serve essere pastori per appassionarsi alle pecore: basta avere un forno acceso o una griglia pronta. In Italia, le razze ovine non sono solo “pecore che brucano”, ma vere custodi di tradizioni culinarie e casearie. Alcune ci danno carni delicate, altre latti profumatissimi, altre ancora si accontentano di regalarci lana (che magari pizzica un po’, ma scalda).
Non serve essere pastori per appassionarsi alle pecore: basta avere un forno acceso o una griglia pronta. In Italia, le razze ovine non sono solo “pecore che brucano”, ma vere custodi di tradizioni culinarie e casearie. Alcune ci danno carni delicate, altre latti profumatissimi, altre ancora si accontentano di regalarci lana (che magari pizzica un po’, ma scalda).
Classificazione tipologica (senza troppe complicazioni)
- Ovini da carne: quelli che finiscono spesso nelle ricette delle feste.
- Ovini da latte: le “mucche travestite da pecore”, perché con il loro latte si fanno formaggi da urlo.
- Ovini misti: pecore multitasking, che danno carne, latte e lana.
- Capre: le “pecore alternative”, sempre un po’ più rock, ma fondamentali per certi formaggi e un latte più leggero.
Ora vediamo alcune razze simboliche, con lo sguardo del consumatore curioso (e un po’ goloso).
- Ovini da carne: quelli che finiscono spesso nelle ricette delle feste.
- Ovini da latte: le “mucche travestite da pecore”, perché con il loro latte si fanno formaggi da urlo.
- Ovini misti: pecore multitasking, che danno carne, latte e lana.
- Capre: le “pecore alternative”, sempre un po’ più rock, ma fondamentali per certi formaggi e un latte più leggero.
Ora vediamo alcune razze simboliche, con lo sguardo del consumatore curioso (e un po’ goloso).
Meta del giorno
🏞️ TOUR "MERAVIGLIE DELLA CAMPANIA" – ITALIA
🗓️ Durata: 7 giorni | 📍 Regione: CAMPANIA (Italia Meridionale)
🧳 Partenza consigliata: Napoli | Periodo ideale: Primavera – Autunno
🧳 Partenza consigliata: Napoli | Periodo ideale: Primavera – Autunno
🏙️ Giorno 1 – Napoli
- Visita al centro storico: Spaccanapoli, Duomo di San Gennaro
- Museo Archeologico Nazionale
- Pernottamento: Hotel Palazzo Caracciolo, Napoli – €150
- Visita al centro storico: Spaccanapoli, Duomo di San Gennaro
- Museo Archeologico Nazionale
- Pernottamento: Hotel Palazzo Caracciolo, Napoli – €150
⛰️ Giorno 2 – Pompei e Vesuvio
- Visita agli scavi archeologici di Pompei
- Escursione al cratere del Vesuvio
- Pernottamento: Hotel Forum, Pompei – €120
- Visita agli scavi archeologici di Pompei
- Escursione al cratere del Vesuvio
- Pernottamento: Hotel Forum, Pompei – €120
Corso di politica internazionale
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